Spiegazione del mental game
Lavorare sul concetto di mental game poker è il processo con cui un giocatore cerca di guadagnare una forte propensione mentale, che lo renda meno incline al tilt, alle distrazioni, alla stanchezza, alla mancanza di motivazione e ad altri problemi di atteggiamento mentale. Affrontare questi problemi viene indicato come “lavorare sul c-game”.
Ma oltre che ad affrontare semplicemente il tilt, un giocatore che lavora sul suo mental game cerca anche di aumentare la qualità del suo A-game.
Giocare il miglior poker possibile può essere descritto con termini come “trovare la zone” o “provare il flow”. Attraverso la manipolazione di variabili esterne, i giocatori cercano di utilizzare la loro conoscenza della psicologia per costruire lo stato mentale perfetto per giocare a poker.
Esempio di mental game utilizzato in una frase -> I giocatori di poker con un mental game debole vanno in tilt più spesso.
Come usare il mental game come strategia poker
Anche se non è immediatamente ovvio per chi non conosce la psicologia, bisogna lavorare separatamente (e spesso in momenti diversi) sull’A-game e sul C-game.
Lavorare sul C-game funziona meglio quando il nostro stato mentale è già colpito attivamente (magari da un momento negativo al tavolo da gioco). Provare ad affrontare i problemi di tilt quando le cose vanno bene è un po’ come imparare a nuotare senza usare l’acqua.
Risolvere i problemi di C-game
Anche se determinati problemi di tilt possono sembrare simili a prima vista, la causa che li determina può essere molto diversa da persona a persona. Quindi un primo passo importante è descrivere il problema nella maniera più accurata possibile. Analizzarlo attraverso questa lista può essere utile:
- Come si può definire meglio il problema? Ci sono diversi tipi di tilt. E anche se molti hanno come effetto la rabbia, non tutti lo fanno. Per esempio a volte giochiamo il nostro C-game perchè ci sentiamo stanchi o pochi motivati.
Magari siamo spaventati di perdere del denaro e quindi giochiamo sotto l’effetto della paura. In scenari in cui la rabbia è il prodotto dei nostri problemi di mental game, dobbiamo cercare di risolvere ulteriormente la cosa. Qual è la causa dell’emozione negativa? Succede quando le cose vanno male o in altri scenari?
A causare il problema è perdere contro specifiche tipologie di giocatori? Oppure ci arrabbiamo quando pensiamo di aver fatto errori strategici? Quale tipologia di errori? Le domande possibili sono molte. E dobbiamo stabilire quali sono le domande più rilevanti per noi e trovare delle risposte.
- Quali pensieri e quali emozioni specifiche vengono generati da questo problema? Quali tipologie di emozioni proviamo? Dobbiamo essere più specifici possibili. Ci sono esempi dei processi mentali complessi che prendono forma nella nostra mente?

Mental game poker
Per esempio, dopo una bad beat contro un avversario che gioca occasionalmente, pensare “se non riesco a battere neanche lui che senso ha giocare a poker”? O magari dopo un periodo di perdite prolungate pensare “ma ho qualche prova che il sito non sia truccato? Magari non vincerò mai più”.
- Quale effetto strategico ha sul nostro gioco? Una volta che il problema è stato identificato, è necessario analizzare l’effetto che questo problema di C-game ha sul nostro pensiero strategico.
Per esempio, magari un giocatore potrebbe avere la tendenza a giocare parecchio loose nel preflop quando le cose vanno male. E magari succede la cosa opposta, un giocatore che gioca con un range di mani sempre più tight man mano che subisce diverse bad beat. Dobbiamo determinare l’effetto che il nostro problema di tilt ha sul modo in cui prendiamo decisioni al tavolo: e come sempre, più siamo specifici e meglio è.
- Perchè il nostro processo di ragionamento non è logico? È raccomandabile creare frasi logiche che si riferiscono sia al nostro problema nel mental game che all’effetto che ha sulla nostra strategia. “È un bene che il giocatore occasionale vinca, è quello che lo fa tornare al tavolo. Se la varianza non esistesse, il gioco si impoverirebbe perché giocherebbero solo gli esperti”.
“Ho le mie strategie per il preflop per un buon motivo, giocare più loose mi farà vincere di meno, non di più”.
I problemi del mental game
Quali aggiustamenti fisici possono essere fatti? Vale la pena ricordare che ci sono due tipologie di problemi. Quelli di atteggiamento mentale (che avvengono all’interno del cervello) e quelli esterni (problemi di atteggiamento mentale, ma causati da fattori esterni).
Per esempio, se i nostri problemi derivano dal fatto che non dormiamo abbastanza, il nostro obiettivo non dovrebbe essere provare a riprogrammare il nostro cervello in modo che funzioni meglio con meno sonno. Questo tipo di problema può essere risolto con una soluzione fisica applicabile, ovvero creare un ciclo del sonno migliore che assicuri una funzionalità ottimale del cervello.
Conoscere i problemi del mental game prima che capitino e avere una comprensione precisa del loro impatto strategico sul nostro gioco ci può aiutare a prevenire gli effetti che questi problemi possono avere.
Per esempio, se quando le cose vanno male tendiamo a chiamare al river più spesso, possiamo prepararci mentalmente per resistere a questa modifica della strategia. “Ok, le cose vanno male e lo so che questo mi porta a chiamare più spesso al river. Devo fare in modo di foldare persino se ho qualche possibilità di vincere”.
Esercizi di riscaldamento e di cooldown
Inserire questo approccio negli esercizi di riscaldamento e di cooldown può essere utile. Un esercizio di riscaldamento è un breve esercizio fatto nella preparazione di una sessione di gioco, mentre un esercizio di cooldown è un breve recap fatto dopo la sessione.
All’inizio della sessione possiamo considerare di rivedere le nostre debolezze mentali che conosciamo e fare un piano su come rispondere se le cose dovessero cominciare ad andare male. In questo modo avremo possibilità assai maggiori di gestire meglio il tilt, piuttosto che aspettando che spunti in maniera del tutto inattesa.

Inserire i dati in un diario del poker
Come parte di un esercizio di cooldown, possiamo considerare di creare un "diario mentale" su cui lavorare qualche minuto alla fine di ogni sessione. Possiamo considerare questi paragrafi come parte del diario:
- Data e ora.
- Durata della sessione.
- Difficoltà della sessione (un numero da 1 a 10, dove 1 significa una sessione molto semplice e 10 una sessione molto complicata).
- Punteggio del mental game (un numero da 1 a 10, dove 10 indica un atteggiamento mentale perfetto e 1 un tilt completo).
- Commenti generali (commenti su come è andata la sessione + analisi dei problemi di C-game riscontrati).
Migliorare l’A-Game
Analizzare il nostro A-Game è simile all’analizzare il C-game, ma al contrario. Piuttosto che analizzare cosa è andato storto e cercare di escluderlo, vediamo cosa è andato bene e cerchiamo di renderlo una cosa costante nel nostro gioco.
Può aiutare pensare all’ultima volta che abbiamo giocato veramente bene. Quali sensazioni abbiamo provato? Era emozione, relax o una sorta di energia concentrata? Il tempo sembrava rallentare o scorrere più velocemente?
Le risposte possono essere diverse, perché raggiungere la zone può essere diverso da giocatore a giocatore. Ma alcuni elementi sono costanti: una sensazione di totale assorbimento nell’attività a cui ci si dedica, assieme a una perdita della percezione temporale.
La prossima volta che ci capita una sessione simile, può avere senso pensare alle variabili esterne che possono aver contribuito al raggiungimento della zone e provare a esplorare il loro impatto futuro sul nostro stato mentale. Ecco alcune idee.
Numero di tavoli/limiti
Di solito si pensa che la condizione di flow (anche detta “raggiungere la zone”) è molto più probabile quando il livello di sfida è perfetto. In altre parole, se la sfida è troppo semplice (troppi pochi tavoli o livello di puntata troppo bassa) o troppo complicata (troppi tavoli e puntate troppo alte), la nostra capacità di raggiungere la zone è limitata.
Nelle giornate in cui riusciamo a raggiungerla, è una buona idea segnarsi il numero di tavoli su cui abbiamo giocato e i rispettivi livelli di puntata. Se siamo riusciti a raggiungere la zone, potrebbe significare che la situazione in cui abbiamo giocato è vicina a quella ottimale.
Orario/giorno
Magari possiamo scoprire che giochiamo meglio a poker in diversi orari del giorno e in diversi giorni della settimana, a seconda degli impegni che abbiamo. Alcuni giocatori di poker giocano meglio la mattina, altri meglio la sera. Il nostro obiettivo è capire quello che va meglio per noi e massimizzare le possibilità di giocare il nostro A-game sfruttando i nostri punti di forza.
Sonno/alimentazione
Per la maggior parte degli esseri umani c’è una quantità ottimale di sonno che rende più probabile raggiungere il livello migliore di performance. Questo non significa per forza che dormire di più e meglio.
Dormire troppo e troppo a lungo può portare a salute più cagionevole e a livelli di energia in diminuzione. Ma dormire troppo poco può portare a una diminuzione dei livelli di concentrazione, il che può danneggiare parecchio il livello di vincita di un giocatore di poker.
Ambiente
Dobbiamo assicurarci che il nostro ambiente non presenti distrazioni. Una mossa semplice, come disabilitare le notifiche delle mail e dei social media, può fare molto per aiutare un giocatore di poker a rimanere nella zone.
È anche il caso di liberare tutto lo spazio mentale possibile. Se la nostra coscienza continua a ricordarci di un progetto di lavoro su cui siamo in ritardo, sarà difficile dare piena attenzione a quello che sta succedendo al tavolo da gioco.
Tutte le variabili da considerare
La lista qui sopra non è assolutamente esaustiva. Il nostro obiettivo dovrebbe essere considerare ogni possibile variabile che può impattare sulla nostra capacità di raggiungere la zone il più frequentemente possibile.
Una volta che abbiamo identificato le variabili più rilevanti, dobbiamo fare tutto il possibile per lavorarci e massimizzare le possibilità di portare al tavolo il nostro A-game. Raggiungere la zone non è qualcosa che capita e basta, è un qualcosa su cui possiamo avere un controllo diretto quando conosciamo abbastanza bene quali sono le variabili rilevanti per riuscirci.
Possiamo anche estendere il nostro diario del mental game (quello che fa parte dell’esercizio di cooldown per il C-game) aggiungendo variabili legate al nostro A-game.
Come ultima cosa, vale la pena ricorda che un ottimo atteggiamento mentale è un qualcosa che si sviluppa lavorando duro in un lungo periodo di tempo.
Non dobbiamo scoraggiarci se abbiamo ricadute momentanee. Non esiste la bacchetta magica o una medicina per avere un mental game perfetto, si tratta di un qualcosa che si guadagna attraverso il duro lavoro.
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